martedì 4 settembre 2012

Kindergarten quantistico

Ero nell'aula gialla.
La mia teca dei disegni era nera.
Il mio contrassegno era l'orologio.
Se ti mettevi sulla lingua tutti e due i sensori del sapientino, suonava. Risposta esatta.
Avevamo i chiodini.
E il gioco delle palline.
Le palline erano in una teca sottile di plastica. Avevano dei labirinti davanti a loro da percorrere, fatti di tanti bivi.
Il gioco era che sbarrando una delle due strade di ogni bivio, creavi il percorso per la pallina e decidevi dove mandarla. Se eri un buon organizzatore o un potenziale maniaco ossessivo, mandavi la pallina insieme alle palline sorelle dello stesso colore.

Lasciamo dei possibili noi all'inizio di ogni strada che non scegliamo o che non ci sceglie, loro continuano da soli e noi continuiamo da soli.
Infiniti noi invisibili, vivono le nostre infinite vite possibili e invisibili da qualche parte,  uno per ogni possibile variabile di ogni infinitesimale unità di misura del tempo
Basta aver visto sliding doors, o lo spot che le lo annunciava per i filmissimi di canale cinque di un qualunque mercoledì sera per capire, anche senza preservativi e IVG, che abbiamo lasciato dei noi  in tutte le città da cui ce ne siamo andati, in tutte quelle in cui alla fine abbiamo deciso di non vivere, in tutte le stanze dove abbiamo vissuto in affitto, in tutte le stanze da affittare che abbiamo visitato e non abbiamo affittato, in tutte le stanze degli annunci volanti di case in affitto buttati nella raccolta differenziata dei rifiuti senza telefonare. 
Abbiamo lasciato i nostri noi  lì a dormire, a fare colazione, a litigare, ad annoiarsi. Li abbiamo  abbandonati lì a non lavare i piatti. E probabilmente l'aria delle nostre stanze in affitto è consumata dal respiro di tutti gli altri invisibili degli altri.
Vorrei organizzare una cena, una rimpatriata, con tutte le me che non sono state scelte o che non ho scelto. Scartate, le faremo sapere, in lista d'attesa, nel limbo delle possibilità, finite nella raccolta differenziata dei rifiuti con una mancata telefonata.
Vorrei scoprire le morti di cui non sono morta e le vite di cui non sono viva.
Vorrei anche organizzare una rimpatriata con i miei compagni dell'aula gialla.
Vorrei sapere se qualcuno ha mai scoperto se quelle palline colorate fossero delle gomme da masticare e perché le rimpatriate alla fine non si organizzano mai e se da qualche parte c'è un limbo delle rimpatriate perdute.