Ero
nell'aula gialla.
La mia
teca dei disegni era nera.
Il mio
contrassegno era l'orologio.
Se ti
mettevi sulla lingua tutti e due i sensori del sapientino, suonava. Risposta
esatta.
Avevamo i
chiodini.
E il
gioco delle palline.
Le
palline erano in una teca sottile di plastica. Avevano dei labirinti davanti a
loro da percorrere, fatti di tanti bivi.
Il gioco
era che sbarrando una delle due strade di ogni bivio, creavi il percorso per la
pallina e decidevi dove mandarla. Se eri un buon organizzatore o un potenziale maniaco
ossessivo, mandavi la pallina insieme alle palline sorelle dello stesso colore.
Lasciamo dei
possibili noi all'inizio di ogni
strada che non scegliamo o che non ci sceglie, loro continuano da soli e noi
continuiamo da soli.
Infiniti
noi invisibili, vivono le nostre infinite vite possibili e invisibili da
qualche parte, uno per ogni possibile variabile
di ogni infinitesimale unità di misura del tempo
Basta
aver visto sliding doors, o lo spot che le lo annunciava per i filmissimi di
canale cinque di un qualunque mercoledì sera per capire, anche senza
preservativi e IVG, che abbiamo lasciato dei noi in tutte le città da cui
ce ne siamo andati, in tutte quelle in cui alla fine abbiamo deciso di non
vivere, in tutte le stanze dove abbiamo vissuto in affitto, in tutte le stanze
da affittare che abbiamo visitato e non abbiamo affittato, in tutte le stanze degli
annunci volanti di case in affitto buttati nella raccolta differenziata dei
rifiuti senza telefonare.
Abbiamo
lasciato i nostri noi lì a dormire, a fare colazione, a litigare, ad
annoiarsi. Li abbiamo abbandonati lì a
non lavare i piatti. E probabilmente l'aria delle nostre stanze in affitto è
consumata dal respiro di tutti gli altri
invisibili degli altri.
Vorrei organizzare
una cena, una rimpatriata, con tutte le me che non sono state scelte o che non
ho scelto. Scartate, le faremo sapere, in lista d'attesa, nel limbo delle
possibilità, finite nella raccolta differenziata dei rifiuti con una mancata telefonata.
Vorrei scoprire
le morti di cui non sono morta e le vite di cui non sono viva.
Vorrei anche organizzare una rimpatriata con i miei compagni dell'aula gialla.
Vorrei
sapere se qualcuno ha mai scoperto se quelle palline colorate fossero delle gomme
da masticare e perché le rimpatriate alla fine non si organizzano mai e se da qualche parte c'è un limbo delle rimpatriate perdute.