venerdì 30 agosto 2013

martedì 4 settembre 2012

Kindergarten quantistico

Ero nell'aula gialla.
La mia teca dei disegni era nera.
Il mio contrassegno era l'orologio.
Se ti mettevi sulla lingua tutti e due i sensori del sapientino, suonava. Risposta esatta.
Avevamo i chiodini.
E il gioco delle palline.
Le palline erano in una teca sottile di plastica. Avevano dei labirinti davanti a loro da percorrere, fatti di tanti bivi.
Il gioco era che sbarrando una delle due strade di ogni bivio, creavi il percorso per la pallina e decidevi dove mandarla. Se eri un buon organizzatore o un potenziale maniaco ossessivo, mandavi la pallina insieme alle palline sorelle dello stesso colore.

Lasciamo dei possibili noi all'inizio di ogni strada che non scegliamo o che non ci sceglie, loro continuano da soli e noi continuiamo da soli.
Infiniti noi invisibili, vivono le nostre infinite vite possibili e invisibili da qualche parte,  uno per ogni possibile variabile di ogni infinitesimale unità di misura del tempo
Basta aver visto sliding doors, o lo spot che le lo annunciava per i filmissimi di canale cinque di un qualunque mercoledì sera per capire, anche senza preservativi e IVG, che abbiamo lasciato dei noi  in tutte le città da cui ce ne siamo andati, in tutte quelle in cui alla fine abbiamo deciso di non vivere, in tutte le stanze dove abbiamo vissuto in affitto, in tutte le stanze da affittare che abbiamo visitato e non abbiamo affittato, in tutte le stanze degli annunci volanti di case in affitto buttati nella raccolta differenziata dei rifiuti senza telefonare. 
Abbiamo lasciato i nostri noi  lì a dormire, a fare colazione, a litigare, ad annoiarsi. Li abbiamo  abbandonati lì a non lavare i piatti. E probabilmente l'aria delle nostre stanze in affitto è consumata dal respiro di tutti gli altri invisibili degli altri.
Vorrei organizzare una cena, una rimpatriata, con tutte le me che non sono state scelte o che non ho scelto. Scartate, le faremo sapere, in lista d'attesa, nel limbo delle possibilità, finite nella raccolta differenziata dei rifiuti con una mancata telefonata.
Vorrei scoprire le morti di cui non sono morta e le vite di cui non sono viva.
Vorrei anche organizzare una rimpatriata con i miei compagni dell'aula gialla.
Vorrei sapere se qualcuno ha mai scoperto se quelle palline colorate fossero delle gomme da masticare e perché le rimpatriate alla fine non si organizzano mai e se da qualche parte c'è un limbo delle rimpatriate perdute.

venerdì 1 giugno 2012

Serenissima

avevo bisogno di un po' d'aria salata e di po' di silenzio 
per scrivere una poesia su Venezia con le strade fatte di mare e disegnarne i gabbiani
volevo nutrirmi di tutto senza dipendere da niente
poi ho avuto paura che a stare lì a sentire la vita che vive
si scrivono cose
che non legge nemmeno chi le ha scritte

mercoledì 16 maggio 2012

mercoledì 25 aprile 2012

venerdì 16 settembre 2011

martedì 30 agosto 2011

Il suo participio passato è affettato ma mi piace pensare che sia affetto



Adesso torno a casa e ti affetto. Sì sì ti affetto. A strisce in lungo e largo, tutto il corpo. Poi ti appendo legando ogni pezzo ad uno spago, e ti lascio essiccare. Raccoglierò tutto in un secchio, sgocciolerai lì. Prenderò un coltello da macellaio, di quelli con la lama grossa. Qui all'angolo c'è il macellaio, entrerò come un leone e mi prenderò il coltello. Cappuccio su, mani fuori dalle tasche e vorrei quel coltello laggiù, può prestarmelo? Non è stupito il macellaio, che sottolinea che sia sporco e non è igienico. Sul banco ci sono delle fette belle grosse e spesse, sarà forse un bue? No non posso usare un coltello da bue. Voglio un coltello speciale. Vagherò per tutta la città. C'è una nebbia impressionante. Non vedo neanche il mio naso, come farò? Mi servirebbe un cappello da minatore, quelli con la lucetta sopra, almeno evito di scontrarmi con i passanti che camminano senza vedere dove mettono i piedi. Se ci fosse una buca cadrebbero tutti. Potrei urlare attenti c'è una buca! Seminare il panico e vederli correre, così squarcerebbero questa nebbia e potrei rivedere il mio naso. Mi darebbe sicurezza. Non vedo, non vedo dove sto andando ma ci sono dei fari fermi. Sembrerebbe una macchina. No è un autobus, vuol dire che devo attraversare e tra un pò c'è la piazza. A naso vado di qui che dovrebbe esserci un macellaio, magari ha un coltello non da bue.

Ma con tutta questa nebbia dove vanno questi esseri?Non hanno una casa loro dove stare? Guardateli sono insignificanti pieni di orgoglio e arroganza. Mi fate schifo bllllllll. Puzzate di vecchio, di chic, di orrenda pretesa. Statevene a casa vostra o vi metto una bomba nella cassetta della posta.

Gli alberi sono già spogli, vuol dire che sta arrivando l'autunno e gli uccellini partiranno. Un lungo viaggio per loro, sciarpa e cappello per me. Dopo, tutto torna. E ritorna il sole, prima quello timido poi quello sfrontato da cui bisogna nascondersi nell'ombra a volte.

Questo impermeabile è gelido e sento la lama che porto dietro nella tasca urtare con la mia carne. Sento tutto il freddo del metallo e il manico continuare a bussare alla mia colonna di vertebra. Ho paura per me, questo coltello può uccidermi ancor prima di arrivare da te. Come l'anatra e la sua morte, se non fosse così triste sarebbe la mia storia preferita. L'anatra che ignora la morte, si accorge ad un certo punto della sua presenza. Non si conoscono, ma bastò poco. E poi quella battuta all'anatra venne la pelle d'oca?Io ho riso per bene. E quando si guardano solo per un attimo è fatale, ma non in senso di fine. Sì c'è anche il tulipano, ora ricordo.

Devo fare in fretta non è proprio comodo camminare con una lama del genere. Con tutta questa nebbia vedo appena.

No. No. No. No. No. Noooo. Mi è caduto il coltello dalla tasca. Faccio finta di niente e continuo a camminare. Cuore smettila di correre, di superare il mio passo. Mi agiti così.

- Signoreeee? Si fermi? Qualcosa è cascato dalla sua tasca. Signore? -

Bastardo. Qualcosa? Potrei sgozzarti se non la smetti. No non mi volto neanche, adesso giro di qua e se continua a seguirmi dirò che non è mio.

E così neanche oggi ti affetto.


il racconto è opera di anna, la mia amica di BURP!


lunedì 9 maggio 2011

too late to say no logo

lunedì 4 aprile 2011

ancora non mi passa o sarà colpa della pianura. meno male che anche stavolta lei ha deciso di venire.

dei fiori meglio non parlare,
i troppi temi sulla primavera hanno allevato bambini allergici ai pollini e adulti sessuofobi e perversi.
io invece sposerò un carpentiere equilibrista che mi porti sui tetti a guardare dall'alto gli scheletri dei dinosauri nei cantieri, e poi a forza di camminare sui tetti diventeremo gatti perché ormai questi binari sono stanchi e consumati dai ritorni.
qui ci sono troppi campi magnetici che fanno venire il cancro, troppi treni, aerei, navi, fili e cavi per trasportarci i nostri amori in cambio di tumori.
alla fine resteranno solo strisce di asfalto sottili lungo i canali per andarci in bici a farsi pungere dalle zanzare e i pochi sopravvissuti avranno la malaria o la sifilide e solo gli uccelli sui cavi dell'alta tensione continueranno a non morire folgorati e a giocare al telefono senza fili.


venerdì 18 febbraio 2011

non leopardiano, ma neanche leopardato


come sarà stare davanti alla mia finestra a farsi muovere i rami dal vento tutto il pomeriggio e tutta la notte e poi tutta la mattina che poi diventa di nuovo pomeriggio e sempre così per tanti strati di pelle bianca che poi diventa trasparente e si stacca? magari si riceve un sussidio sociale per farlo, magari si può riceverene uno anche per far diventare i pomeriggi notti a forza di disegnare rami che si fanno muovere.
qualcuno in questa città dovrà pur preoccuparsi di far diventare i pomeriggi notti, no?

lunedì 14 febbraio 2011

disurbanizziamoci

basta farsi accecare dal sole che si riflette negli specchi d'acqua in frantumi nel fango delle zone paludose per capire che non c'è niente di cui preoccuparsi

domenica 30 gennaio 2011

sabato 29 gennaio 2011

jet sad

hai promesso eterno amore al cielo grigio prima che ti entrasse dentro 
e adesso se dal tuo interno guardi fuori vedi le gocce che scivolano giù,
come quando da piccolo guardavi fuori dal finestrino e pioveva e disegnavi con le dita sui vetri appannati.
probabilmente tra qualche settimana della moda ti pioverà anche dentro e nei tuoi angoli ci sarà la muffa e ti dimenticherai i colori
ma tu aspetta ancora,
verranno a svegliarti mentre dormi sul sedile posteriore, 
e in braccio ti porteranno a casa.

venerdì 28 gennaio 2011

dovremmo rivalutare il concetto di letargo

sabato 22 gennaio 2011

venerdì 21 gennaio 2011

distance blue

e quindi leggevo di questo 'distance blue'
che e' il colore blu che vedi nella distanza... il cielo, il mare e questa roba qui...
tu cerchi di raggiungerlo, di avvicinarti, e vorresti a un certo punto trovartici immerso, toccarlo, pero' non succede, e continua a sembrarti lontano, e' solo il colore della distanza, delle distanze che vorresti percorrere,
eppure a volte mi e' sembrato di averlo a pochi centimetri

mercoledì 29 dicembre 2010

martedì 28 dicembre 2010

venerdì 10 dicembre 2010

giovedì 9 dicembre 2010

cruciverba: even, neve e venne

n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e
e v e n n e v e
e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n
n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e
e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n
n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e
e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n
n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e
e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n
n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e
e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n
n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e
e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n
n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e
e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n
n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e
e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n
n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e
e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n
n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e
e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n
n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e
e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n
n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e
e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n
n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e
e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n
n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e
e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n
n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e
e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n
n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e
e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n n e v e e v e n

even
: 1.sostantivo sera
2.verbo uniformare, livellare,appianare, uguagliare
3.aggettivo costante, uguale, piatto, equo, piano, unito, regolare
4.avverbio
anche, fino, magari

giovedì 2 dicembre 2010

sono il pezzo del puzzle con gli angoli masticati

souvenir

mercoledì 1 dicembre 2010

lunedì 15 novembre 2010

sabato 13 novembre 2010

sturm und drang ist meine lieblings-discounter

il mio oroscopo dice che forse nella strada di casa mia aprira' una filiale estera del discount dove compravo e taccheggiavo storie e figure retoriche in offerta speciale.
io la aspetto e faccio la raccolta differenziata delle nostalgie,
e sul balcone preparo il presepe con i vuoti a rendere dei miei pensieri da restituire in cambio di spiccioli e di metafore da scrivere e da mettere nei distributori automatici o nei mendicanti o nei musicisti delle metropolitane,
nei jukebox ubriachi e umani che si dimenticano le parole, gli accordi e le stazioni,
nei distributori di riflessioni socio-economiche e di sensi di colpa che muoiono alla prossima fermata.
io la aspetto e se non arriva organizzero' ancora i sequestri delle muse degli altri,
di qualche fabrizio o di qualche vasco di colori piu' pallidi e ne faro' ostaggi da compagnia come un cane da appartamento, come un aldo moro, come un aldo moro da appartamento, finche' si lasceranno morire di fame e io di invidia,
ma mi ricordero' in tempo di riscattare il tuo cuore,
impegnato al banco dei pegni un giorno che non ti bastavano i soldi per i tuoi sedativi preferiti,
e te lo spediro'
con una raccomandata con ricevuta di non ritorno

venerdì 12 novembre 2010

giovedì 11 novembre 2010

con un corredo comprato all'ikea,
ho chiesto al niente la mano di sua figlia solitudine.

venerdì 22 ottobre 2010

chi annoda di nascosto i binari e le strade mentre dormo?

sabato 9 ottobre 2010

tu che superpotere vuoi?

voglio vedere le cose quando ci sono
come si vedono le cose quando non ci sono (piu')

domenica 3 ottobre 2010

latitudine
l'attitudine

giovedì 30 settembre 2010

mercoledì 22 settembre 2010

equinozio d'autunno


avevamo


vite reciprocamente sregolate

sonni e veglie discronizzati
nello stesso letto
ma in emisferi diversi
,
un cuore in battere e l'altro in levare.
inseguendo l'escursione termica

sbiadiremo.


martedì 31 agosto 2010

cemento disarmato

lunedì 23 agosto 2010

domenica 22 agosto 2010

orsacchiotto torna presto

lo zoo safari me lo ricordo organizzato un pò sul modello dell'inferno dantesco. negli anelli più esterni, struzzi, bufali, zebre, tigri e altri predatori e altre prede, non potevano sbranarsi grazie a reti metalliche. nel girone successivo c'erano le scimmie, le scimmie sul treno, le scimmie che si mettevano un dito nel buco del culo a vicenda in pubblico, la scimmia che fumava le sigarette e il gorilla che ti guardava negli occhi mentre le noccioline lo colpivano ma scivolavano sulla corazza della sua indifferenza. dentro questo girone c'era una palude artificiale per animali impermeabili tra i quali il mio cervello ha scelto di ricordare solo due ippopotami che sulla didascalia che li spiegava c'era scritto che erano fidanzati tra loro. dentro la palude, in un isola di cemento, si apriva un baratro di cemento. per guardarci dentro bisognava affacciarsi e forse un bambino non preso in braccio da un papà separato non avrebbe mai visto, nascosto nell'anoressico poligono di ombra che il sole delle puglie concedeva alle euclidee pareti grigie, un orso polare.
lo giuro: si stava sciogliendo.
come la neve ai bordi delle strade. era del colore della neve che si scioglie ai bordi delle strade e gocciolava. alle sue spalle un iceberg seguiva lentamente e inesorabilmente la sua deriva nell'oceano in un trompe l'oeil.
quando ero piccola avevo un libro
illustrato meraviglioso (oggi la mia memoria me lo restituisce nel seguente modo e nessuno potrà mai conoscere la verità su esso). era un romanzo di formazione e narrava le gesta di un giovane orso bianco come l'antartide di nome Larsen.
metre nuotava nelle gelide acque polari, Larsen rimane intrappolato nella rete da pesca
di una nave che lo porta lontano dalla sua famiglia e dai suoi ghiacci, iniziandolo al mondo antropizzato, nel quale Larsen diventa un clandestino in viaggio verso l'ignoto. rivolto agli orizzonti a venire con la purezza di un giovane orso e con dentro sempre la voglia di tornare al polo nord, o forse sud, il nostro eroe attraversa la sua odissea, conosce luoghi e amici, in compagnia di gatti randagi di mare esplora i porti delle città e rubando per mangiare, diventando nero di carbone per nascondersi e per il dormirci, impara a sopravvivere nella/alla civiltà degli uomini finchè riescie a imbarcarsi sulla nave che lo porterà a casa.
quando finalmente riconosce le sue rive Larsen si tuffa dalla nave e nuota per raggiungerle
ricordo che il libro si chiamava
orsacchiotto torna presto, ma forse le golia bianca sono meglio dell'anarchia


golia/anarchia rima baciata
ho rubato la metafora tra caramelle/utopie agli offlaga disco pax però non l'ho fatto apposta mi sono accorta dopo, che potrebbe essere un sintomo di cleptomania, ma anche di altri disturbi

venerdì 13 agosto 2010

martedì 10 agosto 2010

standing on a beach


non ho mai imparato a memoria poesie di giovanni pascoli

domenica 1 agosto 2010

venerdì 30 luglio 2010

mercoledì 28 luglio 2010

clash

i fought the love and we both lost

martedì 27 luglio 2010

lunedì 26 luglio 2010

menu

cannibalismo emotivo

giovedì 22 luglio 2010

i love marchette

in seguito a una lobotomia frontale eseguo solo degli ordini.
mi hanno detto di dire che c'è questo libro disegnato che si chiama global warming.
funziona che si legge e contemporaneamente si guardano i disegni.
per chi lo acquista in omaggio due bigietti per l'apocalisse.

domenica 13 giugno 2010

giovedì 10 giugno 2010

l'universo è giù dal balcone anche oggi

dal mondo fuori,
grazie a un impianto di amplificazione rispettabile,
attraverso la portafinestra del balcone
mi raggiungono festeggiamenti di compleanno che si consumano fuori dal mio campo visivo.
poi tutti i bambini cantano l'inno d'italia
siam pronti alla morte l'italia chiamò
buon compleanno

mercoledì 9 giugno 2010

l'universo giù dal balcone

come in un tema delle elementari
il suono del vento tra le betulle d'argento,
un bambino canta che la scuola è finita
e al di là del muro di cinta di una villetta,
per pochi occhi,
una piscina segreta,
una mucca segreta e un coccodrillo segreto,
sbocciati all'improvviso con un suono midi
in quel giardino segreto
tra l'autofficinina e i condomini.
in quella villetta vive una famiglia di sims,
ma finora non li ho mai visti.

martedì 8 giugno 2010

extate

dev'esserci uno sciopero delle muse
degli occhi, del sonno, della veglia, dei sogni, delle chitarre da spiaggia, degli innamorati, delle poesie e delle lacrime
ma possiamo sopravvivere. abbiamo caffè annacquato, un iceberg che si scioglie nel frigo e la libertà di scelta tra molti programmi televisivi di intrattenimento.
torneranno

lunedì 7 giugno 2010

aspetto la prossima musa
dovrebbe passare tra dieci minuti

martedì 1 giugno 2010

what begins here never ends 1


(cliccabile)
questo donuts della più amata multinazionale del cibo vive sul davanzale del mio amico i. da novembre e attualmente si presenta nel suo ostentare commestibilità invariato rispetto al tempo in cui possedeva un valore di scambio dovuto a questa caratteristica e al suo essere uno status symbol
nessuno sa cosa accada al suo interno

AVVERTIMENTI

1.metafore tra un donuts e il sistema capitalista che lo ha prodotto sono esclusivamente vostre illazioni
2.se per scopi di ricerca sociale, alimentare, artistica, religiosa o psichedelica qualcuno volesse mangiare il donuts contattate il mio amico i. o lasciate un commento qui rendendovi identificabili e rintracciabili

lunedì 31 maggio 2010

indovinello

non è arrivato un bastimento carico di...

domenica 30 maggio 2010

ma questo per fortuna è solo un brutto sogno e soprattutto il mio cognome non è smith

sull'eternità,
sulle parole e sui pensieri di qualche giorno fa,
accarezzami la pelle soggetta a imperfezioni.
la sola eternità che conosco appartiene a calvin klein.
lui l'ha chiusa in tante bottigliette.
interessante espediente poetico,
peccato averlo letto in un libro.

questo libro l'ho trovato su uno scaffale in un negozio.
questo negozio è accanto a un altro negozio
in quest'altro negozio su uno scaffale c'è l'eternità di calvin klein
questi due negozi sono in una strada della mia città,
non ci vendono solo il mio libro e le bottigliette di eternità

ma molti altri libri e molti altri concetti metafisici allo stato liquido imbottigliati.

c'è un'altra città dove c'è una strada dove c'è un negozio uguale a quello dove ho preso il mio libro dove vendono un libro uguale
accanto a questo negozio c'è un negozio
uguale e quello che c'è accanto al negozio dove ho preso il mio libro
che vende bottigliette di eternità
e poi un'altra città dove c'è una strada dove c'è un negozio uguale dove vendono un libro uguale e accanto c'è un negozio uguale che vende bottigliette di eternità.
che poi, sembra costosa,

ma per essere eternità,

alla fine conviene


sabato 29 maggio 2010

le controindicazioni di lasciarsi scavare dentro

il mattino dopo camminava con dentro al torace un vuoto di pressione, un buco nero, dell'antimateria, assenza.
sapeva che lei non c'era, non ci sarebbe stata e i pochi momenti in cui gli era sembrato che ci fosse erano inafferrabili e non ne rimaneva alcuna testimonianza.

giovedì 27 maggio 2010

il cielo non esiste,
basta con queste cazzate

mercoledì 26 maggio 2010

camminare nel sorgere del sole mentre il cielo a est chiede: compagni, anche voi sentite ancora l'eco del canto delle sirene con le calze di nylon?

martedì 25 maggio 2010

le mie interiora dalla vetrina di una macelleria mi chiedevano se il fatto che non mi mancasse niente rendesse peggiore o migliore la mia esistenza

domenica 23 maggio 2010

hai delle prove della tua esistenza?

giovedì 20 maggio 2010

mercoledì 19 maggio 2010

essere umano tipo femmina ancora impacchettato mai usato vendesi causa doppione


(siamo spiacenti per la falsificazione cronologica
grazie per aver scelto la nostra compagnia per viaggiare nel tempo)

martedì 18 maggio 2010

JOKER WEARS CHANEL ROUGE COCO TOO

(cliccabile)

probabilmente è priva di qualunque significato

domenica 16 maggio 2010

sabato 15 maggio 2010

ora et consuma


ringiovanite la vostra pelle
lo splendore di una pelle di velluto
più bella oggi che a vent'anni
più vicino alle donne
libera dai capelli crespi e ribelli
una bella pelle, semplicemente
bella come il sole
sei milioni di donne hanno scelto special k
per indossare il loro tubino alla perfezione

pelle più pura
il gusto della giovinezza
è il mio idolo
centotrentacinque idee per essere contemporary chic
pelle immediatamente luminosa e vellutata

venerdì 14 maggio 2010

siete pregati di non oltrepassare la linea gialla sull'asfalto che delimita lo spazio della vostra esistenza

mercoledì 21 aprile 2010

vietato sostare nei passaggi di intercomunicazione

sabato 27 marzo 2010

bitte gegenstände aus dem fenster werfen

(testamento)

quando muoio siete pregati di gettare il mio cadavere dal finestrino del treno
gettatelo sui binari della tratta adriatica delle ferrovie dello stato,
è a lei che appartengo


venerdì 19 marzo 2010