domenica 22 agosto 2010

orsacchiotto torna presto

lo zoo safari me lo ricordo organizzato un pò sul modello dell'inferno dantesco. negli anelli più esterni, struzzi, bufali, zebre, tigri e altri predatori e altre prede, non potevano sbranarsi grazie a reti metalliche. nel girone successivo c'erano le scimmie, le scimmie sul treno, le scimmie che si mettevano un dito nel buco del culo a vicenda in pubblico, la scimmia che fumava le sigarette e il gorilla che ti guardava negli occhi mentre le noccioline lo colpivano ma scivolavano sulla corazza della sua indifferenza. dentro questo girone c'era una palude artificiale per animali impermeabili tra i quali il mio cervello ha scelto di ricordare solo due ippopotami che sulla didascalia che li spiegava c'era scritto che erano fidanzati tra loro. dentro la palude, in un isola di cemento, si apriva un baratro di cemento. per guardarci dentro bisognava affacciarsi e forse un bambino non preso in braccio da un papà separato non avrebbe mai visto, nascosto nell'anoressico poligono di ombra che il sole delle puglie concedeva alle euclidee pareti grigie, un orso polare.
lo giuro: si stava sciogliendo.
come la neve ai bordi delle strade. era del colore della neve che si scioglie ai bordi delle strade e gocciolava. alle sue spalle un iceberg seguiva lentamente e inesorabilmente la sua deriva nell'oceano in un trompe l'oeil.
quando ero piccola avevo un libro
illustrato meraviglioso (oggi la mia memoria me lo restituisce nel seguente modo e nessuno potrà mai conoscere la verità su esso). era un romanzo di formazione e narrava le gesta di un giovane orso bianco come l'antartide di nome Larsen.
metre nuotava nelle gelide acque polari, Larsen rimane intrappolato nella rete da pesca
di una nave che lo porta lontano dalla sua famiglia e dai suoi ghiacci, iniziandolo al mondo antropizzato, nel quale Larsen diventa un clandestino in viaggio verso l'ignoto. rivolto agli orizzonti a venire con la purezza di un giovane orso e con dentro sempre la voglia di tornare al polo nord, o forse sud, il nostro eroe attraversa la sua odissea, conosce luoghi e amici, in compagnia di gatti randagi di mare esplora i porti delle città e rubando per mangiare, diventando nero di carbone per nascondersi e per il dormirci, impara a sopravvivere nella/alla civiltà degli uomini finchè riescie a imbarcarsi sulla nave che lo porterà a casa.
quando finalmente riconosce le sue rive Larsen si tuffa dalla nave e nuota per raggiungerle
ricordo che il libro si chiamava
orsacchiotto torna presto, ma forse le golia bianca sono meglio dell'anarchia


golia/anarchia rima baciata
ho rubato la metafora tra caramelle/utopie agli offlaga disco pax però non l'ho fatto apposta mi sono accorta dopo, che potrebbe essere un sintomo di cleptomania, ma anche di altri disturbi

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