martedì 30 agosto 2011

Il suo participio passato è affettato ma mi piace pensare che sia affetto



Adesso torno a casa e ti affetto. Sì sì ti affetto. A strisce in lungo e largo, tutto il corpo. Poi ti appendo legando ogni pezzo ad uno spago, e ti lascio essiccare. Raccoglierò tutto in un secchio, sgocciolerai lì. Prenderò un coltello da macellaio, di quelli con la lama grossa. Qui all'angolo c'è il macellaio, entrerò come un leone e mi prenderò il coltello. Cappuccio su, mani fuori dalle tasche e vorrei quel coltello laggiù, può prestarmelo? Non è stupito il macellaio, che sottolinea che sia sporco e non è igienico. Sul banco ci sono delle fette belle grosse e spesse, sarà forse un bue? No non posso usare un coltello da bue. Voglio un coltello speciale. Vagherò per tutta la città. C'è una nebbia impressionante. Non vedo neanche il mio naso, come farò? Mi servirebbe un cappello da minatore, quelli con la lucetta sopra, almeno evito di scontrarmi con i passanti che camminano senza vedere dove mettono i piedi. Se ci fosse una buca cadrebbero tutti. Potrei urlare attenti c'è una buca! Seminare il panico e vederli correre, così squarcerebbero questa nebbia e potrei rivedere il mio naso. Mi darebbe sicurezza. Non vedo, non vedo dove sto andando ma ci sono dei fari fermi. Sembrerebbe una macchina. No è un autobus, vuol dire che devo attraversare e tra un pò c'è la piazza. A naso vado di qui che dovrebbe esserci un macellaio, magari ha un coltello non da bue.

Ma con tutta questa nebbia dove vanno questi esseri?Non hanno una casa loro dove stare? Guardateli sono insignificanti pieni di orgoglio e arroganza. Mi fate schifo bllllllll. Puzzate di vecchio, di chic, di orrenda pretesa. Statevene a casa vostra o vi metto una bomba nella cassetta della posta.

Gli alberi sono già spogli, vuol dire che sta arrivando l'autunno e gli uccellini partiranno. Un lungo viaggio per loro, sciarpa e cappello per me. Dopo, tutto torna. E ritorna il sole, prima quello timido poi quello sfrontato da cui bisogna nascondersi nell'ombra a volte.

Questo impermeabile è gelido e sento la lama che porto dietro nella tasca urtare con la mia carne. Sento tutto il freddo del metallo e il manico continuare a bussare alla mia colonna di vertebra. Ho paura per me, questo coltello può uccidermi ancor prima di arrivare da te. Come l'anatra e la sua morte, se non fosse così triste sarebbe la mia storia preferita. L'anatra che ignora la morte, si accorge ad un certo punto della sua presenza. Non si conoscono, ma bastò poco. E poi quella battuta all'anatra venne la pelle d'oca?Io ho riso per bene. E quando si guardano solo per un attimo è fatale, ma non in senso di fine. Sì c'è anche il tulipano, ora ricordo.

Devo fare in fretta non è proprio comodo camminare con una lama del genere. Con tutta questa nebbia vedo appena.

No. No. No. No. No. Noooo. Mi è caduto il coltello dalla tasca. Faccio finta di niente e continuo a camminare. Cuore smettila di correre, di superare il mio passo. Mi agiti così.

- Signoreeee? Si fermi? Qualcosa è cascato dalla sua tasca. Signore? -

Bastardo. Qualcosa? Potrei sgozzarti se non la smetti. No non mi volto neanche, adesso giro di qua e se continua a seguirmi dirò che non è mio.

E così neanche oggi ti affetto.


il racconto è opera di anna, la mia amica di BURP!


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